Il plettro è saldo fra pollice e indice della mano destra e si abbatte implacabile sull’accordo di RE aperto sapientemente rubato ad Angus, da qui in poi è elettricità dentro ad un circuito che finisce per squassare le membrane dei coni. L’aria si sposta nello spazio, si intrufola nei padiglioni auricolari e interferisce col timpano, capace di tradurla in segnali chimici leggibili dal cervello che rilascia endorfine e io, senza mezzi termini, GODO! Questo è quanto succede al Nerd medio quando si trova al cospetto di Sua Britannica Maestà: la Plexi, capace di far innamorare di sé i cuori più duri e impenetrabili alla prima pennata. Ma non tutti hanno avuto la fortuna di sperimentare un ulteriore livello di magia, la pozione definitiva di Mago Nerdlino per il dominio assoluto del Reame del Tono. Gli ingredienti sono soltanto due: la suddetta Plexi, boostata come si deve dal maleducatissimo Dallas Rangemaster, treble booster in grado di tirare fuori dalla Bionda tutta l’aggressività e la brillantezza di cui è capace. Non c’è scampo, il rock scaturirà dalle tue mani e tu non avrai il minimo controllo della cosa, con la sola possibilità di muovere avanti e indietro la capoccia tenendo il ritmo.
Questa la saga epica che ci piace pensare sia passata nella mente del Plexi-maniac Danese Carl Martin, nel momento in cui ha realizzato l’urgenza di dover creare il Plexiranger: non soltanto un pedale, ma un vero e proprio ampli… anzi, l’Ampli con la maiuscola iniziale! E lo ha creato mettendo in tasca al musicista il tono leggendario della Plexi col Rangemaster davanti, un sound che abbiamo nelle orecchie sin da ragazzini, con i dischi degli artisti che tutti idolatriamo. Due pedali indipendenti dentro un'unica, pratica scocca, con sei potenziometri e un toggle dedicati alla cesellatura millimetrica del suono, per regalare al tuo cervello quell’esperienza mistico-religiosa che ci si aspetta al solo pronunciare la parola “Plexi”!
LAW OF LOUD
Fra i ’60 e i ’70 il setup tipico del chitarrista rock prevedeva una serie di Marshall o Vox dentro muri interi di casse, ma la cosa presentava una complicazione tecnica: una presenza esagerata di frequenze basse che rendevano inintellegibile il suono della chitarra. Il problema venne risolto con l’introduzione del Treble Booster che, come da tradizione del chitarrista notoriamente molesto, non abbassava le frequenze basse, ma alzava quelle alte, generando anche un caratteristico e succosissimo overdrive.
Insomma, bisogna ringraziare La Dallas o John Hornby Skewes per averci regalato, con le loro idee, la voce della chitarra elettrica come la conosciamo, e Carl Martin per averla messa disposizione di tutti!
DETTAGLI
Ciò che fa di Carl Martin una delle autorità più in vista dell’Universo dei Super-Nerd senza alcuna speranza di redenzione è l’attenzione ai dettagli, a tutto ciò che sembra minimo ma che fa un’enorme differenza.
E il Plexiranger è ricco di dettagli!
Dal circuito di innalzamento della tensione in ingresso, che permette di passare dai 9 Volt dell’alimentatore ai 12 Volt a cui lavora il circuito, con significative conseguenze su qualità del suono e dinamica. All’ingresso REMOTE che permette di accendere e spegnere il Boost utilizzando switcher o pedali esterni. Fino all’indispensabile toggle LO CUT, per la perfetta gestione delle basse frequenze, con due tagli (leggero o pesante) o completa banda passante.
DON'T CALL ME PLEXI
La questione esilarante è che la Marshall non ha mai prodotto o commercializzato un ampli a nome ‘Plexi’, da dove diavolo deriva allora il nome dell’Ampli, quello con la maiuscola ad inizio parola? Ce lo spiega Phil Wells, specialista e collaboratore di Jim Marshall sin dall’inizio: “Il termine Plexi fa riferimento al pannello di plexiglass usato per il frontale degli ampli dai ’60 fino ai primi ’70, quando venne sostituito dall’alluminio, più economico da produrre. Si può trovare il Plexiglass anche in alcuni esemplari del ’73, perché avevamo scoperto di averne ancora in magazzino e Jim non era certo il tipo da lasciare inutilizzato del materiale utile”.
Negli anni l’alluminio (dorato) è diventato lo standard, relegando il plexiglass alle sole reissue di prodotti d’annata.
TONE
LEVEL
RANGE
BOOST
FREQ
TOGGLE LO-CUT
- DIMENSIONI
- Altezza 12 cm
- Larghezza 9,5 cm
- Profondità 5,6 cm
- Peso 420 g
UN PO’ DI STORIA
La East Sound Research, produttrice dei pedali Carl Martin, è stata fondata nel 1990 e la sua principale attività era il noleggio di sistemi PA. Poco dopo iniziò a produrre attrezzature audio customizzate. L’obiettivo dell’azienda era fin dall’inizio di sviluppare e costruire prodotti per il musicista esigente, per il professionista, con una qualità audio superiore rispetto a qualsiasi altro pedale effetto per chitarra. Il primo pedale per chitarra prodotto è stato l’Hot Drive’n Boost nell’ormai lontano 1993 ed ancora oggi a catalogo.
Grazie alla vasta conoscenza del settore musicale professionale, i pedali Carl Martin sono stati in grado di garantire gli standard più elevati su ciascuno degli strumenti oggi in produzione.
Scopri tutti i Pedal Nerd
Diciamo la verità, il chitarrista medio è un personaggio affetto da una buffissima malattia di derivazione indotta, comunemente definita Nerdismo. Il Nerdismo si manifesta in varie forme e declinazioni, con la costante di provocare una grande soddisfazione a chi ne è portatore, ma al contempo stampa un grosso punto interrogativo sulla fronte di chiunque non ne sia affetto.
Come ogni malattia mentale che si rispetti anche il chitarrista nerd ha i propri feticci, oggetti a cui viene destinata un’adorazione al limite del religioso e verso i quali si prova un’irrefrenabile attrazione. Pochi oggetti portano noi chitarristi al nerdismo più assoluto come i pedali o stompbox, se preferite. Supercolorati, tutti uguali ma diversi, ognuno con quel qualcosa in più che non ti lascia scampo: sarai sempre e comunque destinato a tirare fuori il bancomat e portarti a casa l’ennesimo overdrive.